Cancro alla prostata, il PSA è ancora utile

Non è vero che il test dell’antigene prostatico specifico (Psa) sia ormai superato come affermerebbero alcuni studi.

 

Alcune ricerche ne suggerivano l’abbandono a causa dei troppi falsi positivi con la conseguenza di un eccesso di biopsie effettuate.

Ora però uno studio dell’Università di Ottawa rivela l’efficacia di un nuovo protocollo basato sulla semplice ripetizione del test in caso di anormalità.

Soltanto nel caso di un secondo test che riveli livelli troppo elevati dell’antigene si procederà con una biopsia.

Il Dr. Lavallée, primo autore della ricerca, spiega: ”Elevati livelli di Psa si associano a un maggior rischio di tumore alla prostata, e lo screening basato sul test può aiutare a rilevarne precocemente la presenza; ma a volte i valori fluttuano a causa di infezioni o per problemi di conservazione del campione, o ancora perchè il test è stato effettuato dopo attività fisica o sessuale. Il nuovo protocollo prevede di ripetere i test anomali prima della biopsia

Tutto ciò ha comportato, come evidenziato nello studio, una riduzione delle biopsie del 55%.

Questi risultati hanno ovvie e importanti implicazioni sia per i pazienti sia per il sistema sanitario.

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  13 Giugno 2016

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