La disinformazione mette seriamente a rischio la salute di tutti!

Un recente studio ha evidenziato come la diffusione sui social media di teorie sulla cospirazione riguardo al Covid 19 possa mettere a rischio le persone a causa della disinformazione.

I ricercatori dell’autorevolissimo King’s College di Londra, hanno esaminato la popolazione del Regno Unito per verificare se esista un legame tra i livelli di credenza delle persone nella teoria sulla cospirazione intorno al Covid e l’aderenza alle misure di blocco, attuate per fermare la diffusione del virus.

Ovviamente le persone che avevano ricavato la maggior parte delle informazioni sui social credevano maggiormente alle teorie del complotto e tendevano ad infrangere di più le regole del lockdown.

La ricerca, pubblicata su “Psychological Medicine” e disponibile sul sito web del King’s College di Londra, ha riguardato 2.254 persone di età compresa fra i 16 e i 75 anni.
Il 30% degli intervistati che credeva nelle teorie della cospirazione, era convinto che Covid 19 fosse un prodotto di laboratorio; una percentuale più o meno simile pensava che la maggior parte della popolazione del Regno Unito avesse già avuto l’infezione in forma asintomatica; un altro 30% riteneva che il reale bilancio delle vittime fosse stato nascosto dalle autorità, mentre il 14%, al contrario, sosteneva che che il numero fosse stato appositamente gonfiato; il 13% pensava che la pandemia facesse parte di un piano per costringere tutti alla vaccinazione; l’8% si riteneva certo che il Covid fosse collegato al 5G e il 7% che non vi fossero prove concrete sulla sua reale esistenza.

È interessante notare che, coloro che pensavano in questo modo, avevano spesso infranto le regole del lockdown e il 58% delle persone intervistate hanno ammesso di essere uscite nonostante accusassero i sintomi dell’infezione.

Queste stesse persone avevano anche più probabilità di disobbedire alla regola del distanziamento.

Infine, il 35% delle persone convinte che non esistesse il Covid, non aveva rispettato la quarantena fiduciaria, contro il 4% di coloro che erano correttamente informati.