Quelle brutte compagnie... vaginiti, cistiti e incontinenza urinaria.

L’aumentata frequenza delle infezioni vaginali sia da batteri (coli) che da funghi (candida) e protozoi (trichomonas), nonché da virus (HPV), è diventata motivo di frequente ricorso al Ginecologo da parte della donna.

 

Oltre alla terapia, che deve essere mirata in base all’agente eziologico che viene riscontrato, spesso è necessario valutare l’opportunità di utilizzare farmaci per il concomitante frequente interessamento, in corso di infezione ginecologica, delle vie urinarie e della vescica in particolare (cistite).

In questi casi è necessario impostare quanto prima una terapia specifica, magari con l’aggiunta di integratori (quelli a base di cranberry sono molto efficaci), al fine di evitare il frequente fenomeno delle recidive che potrebbero portare a una cronicizzazione del fenomeno e all’incontinenza urinaria.

Come per le vaginiti, anche per le cistiti, risulta utile aggiungere alla tradizionale terapia i lattobacilli che svolgono un’importante funzione nel migliorare le difese immunitarie e nel mantenimento di un corretto eco-sistema vaginale e urinario.

 

L’Incontinenza Urinaria è frequente?

L’incontinenza urinaria si manifesta nel 33% delle donne, costringendole a correre in bagno o a perdere piccole quantità di urina anche dopo sforzi di piccola entità (colpi di tosse, starnuti, etc).

Nel primo caso si parla di incontinenza da urgenza, nel secondo di incontinenza da sforzo.

Non sono rare le forme di incontinenza mista, in cui le perdite si verificano sia in urgenza che sotto sforzo.

Questi sintomi, che venivano vissuti malissimo in un recente passato, oggi si possono trattare con successo con la ginnastica del pavimento pelvico che ha lo scopo di migliorare il tono di questo importante gruppo di muscoli, il cui cedimento sta alla base del fenomeno dell’incontinenza urinaria.

 

Per un efficace inquadramento diagnostico, in caso di incontinenza le linee guida prevedono:

  • Visita Ginecologica, per valutare la presenza di un eventuale prolasso di utero, vescica o intestino retto
  • Ecografia Transvaginale, vescicale, post-minzionale e del pavimento pelvico
  • Urinocoltura

Solo nei casi più gravi si ricorre ad esami invasivi come la cistoscopia o l’urodinamica.

La terapia corretta prevede anzitutto la ginnastica del pavimento pelvico, con l’utilizzo del bio-feedback che consiste in un apprendimento funzionale da parte della paziente al fine di capire quali sono i muscoli che devono lavorare e in quale modo.

Tutto ciò permette di migliorare la contrattilità di quel complesso mosaico di muscoli che, tutti insieme, contribuiscono al controllo della minzione.

E’ chiaro che, per ottenere risultati ottimali (se si tratta di un problema del pavimento pelvico, l’incontinenza sparisce), bisogna rivolgersi a centri specializzati dove lavora personale specificamente formato all’utilizzo di questa metodica.

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  13 Dicembre 2017

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