Tecnica ozaki - HTC Centro Medico Stradella Pavia

Utilizzare il pericardio per costruire una nuova valvola.

Suona forse un po’ antico come concetto, a fronte dell’innovazione tecnologica che ha caratterizzato gli ultimi anni. In realtà, la neocuspidalizzazione della valvola aortica secondo Ozaki ha trovato spazio, accettazione ed entusiasmo da parte dei chirurghi a livello mondiale.

Nata in Giappone circa 10 anni fa e sviluppata da Shigeyuki Ozaki che le ha dato il nome, permette la costruzione homemade delle cuspidi valvolari aortiche a partire dal pericardio del paziente: i nuovi lembi valvolari vengono misurati sulla base della morfologia valvolare aortica, ritagliati ad hoc e, una volta cuciti sull’anello valvolare, si comportano come i lembi nativi.

Già analizzata nello specifico dall’Imperial College di Londra, la neovalvola ripristina perfettamente la funzionalità della valvola aortica nativa.

Anche a livello ecocardiografico, l’aspetto risulta similissimo alla valvola originale.


I vantaggi per il paziente

I vantaggi per il paziente sono molteplici, sia nel quotidiano sia a lungo termine: non è necessaria alcuna terapia anticoagulante orale e il fatto di utilizzare il pericardio stesso del paziente consente una maggior durabilità nel tempo.


I risultati a 10 anni

Come pubblicato da Ozaki stesso, i risultati a 10 anni sono più che incoraggianti, in termini di libertà da reintervento e di problemi a carico della neovalvola aortica. Tale tecnica mette in luce quanto gli orizzonti nell’ambito cardiochirurgico si siano aperti negli ultimi anni.

Da un lato l’evoluzione dei materiali ha reso le protesi valvolari sempre più performanti e durevoli nel tempo, dall’altro lato l’interesse si è spostato verso le materie prime del chirurgo, i tessuti con cui tutti i giorni ha a che fare.

Ragionata e messa in pratica da un chirurgo, appunto, la neocuspidalizzazione a partire dal pericardio autologo racchiude in sé arte e gesto chirurgico, calcoli matematici e minuzia sartoriale, standardizzazione e personalizzazione.


Una tecnica innovativa e consolidata

Si tratta di una tecnica ormai consolidata nel nostro centro, che risponde molto bene alle esigenze attuali di un gesto che deve essere sempre più raffinato e su misura per il paziente.

I giovani affetti da patologia valvolare aortica fino ad alcuni anni fa avevano come opzioni protesi meccanica vs biologica, entrambe con aspetti negativi, rispettivamente la terapia anticoagulante a vita vs il rischio di dover essere rioperati dopo alcuni anni.

Con questa tecnica, tali aspetti vengono facilmente oscurati, in quanto il fatto di avere meno vincoli anche solo farmacologici consente una migliore qualità di vita e la durabilità è ottima.

Si tratta di un gesto innovativo, che merita di essere annoverato tra le opzioni chirurgiche, soprattutto in caso di pazienti giovani e adulti, poiché la patologia valvolare aortica occupa una buona parte dell’attività cardiochirurgica attuale.

Come tutte le tecniche più recenti, offre spunti di ricerca e arricchimento scientifico continuo, volti a studiare le caratteristiche biomeccaniche del pericardio autologo e a sviluppare metodi alternativi di trattamento dello stesso, per migliorarne la performance.

Dott.ssa Carlotta Brega – Specializzata in Cardiochirurgia


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  Commenti : Commenti disabilitati su Tecnica di Ozaki: tra standardizzazione e chirurgia “ad hoc”
  14 Gennaio 2022

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