UNA QUESTIONE DI ... CUORE! - Prevenzione Cardiovascolare

Prevenzione cardiovascolare primaria (cioè del soggetto sano) e secondaria (del soggetto già cardiopatico) riducono significativamente sia l’incidenza che la progressione di una preesistente cardiopatia verso lo scompenso cardiaco.

Le cardiopatie tolgono ogni anno un totale di 300.000 anni di vita agli italiani ‘under 65’.

In pratica, le malattie cardiovascolari uccidono molte persone prima che raggiungano l’età indicata dalla loro speranza di vita.

Ictus, infarto, e le altre patologie cardiovascolari restano la prima causa di morte nel nostro Paese, provocando il 44% dei decessi.

Un bollettino di guerra, questo, sostanzialmente omogeneo in tutta Italia. Inoltre, tra i pazienti colpiti da infarto del miocardio tra 35 e 74 anni, ben quattro donne su dieci (contro tre uomini su dieci) muoiono entro 28 giorni muoiono entro 28 giorni dai primi sintomi, per lo più fuori dall’ospedale.

ANGINA E INFARTO: NEMICI LETALI

La cardiopatia ischemica è attualmente la principale malattia cardiovascolare “letale” in Italia e tale termine comprende l’angina pectoris instabile e l’infarto del miocardio.

Entrambe le patologie citate trovano la loro causa in una riduzione del flusso di sangue in una o più coronarie, le arterie che portano sangue e, quindi, ossigeno e nutrimento, al muscolo cardiaco.

Determinati fattori di rischio come l’elevato livello di grassi nel sangue, il diabete o il fumo contribuiscono a formare delle placche ateromasiche placche ateromasiche all’interno delle coronarie (ma anche in tutte le arterie del nostro corpo), placche che, quando per svariati motivi, si “rompono” determinano la formazione di un coagulo che impedisce al sangue di arrivare nel territorio muscolare irrorato da quella determinata arteria, creando così, un quadro di ischemia e, pertanto di angina pectoris.

Se tale situazione si protrae per un tempo sufficientemente lungo, la zona di muscolo cardiaco che non riceve sangue muore e diventa, così, un’area di infarto. Questa condizione, soprattutto nelle prime ore, presenta alte probabilità di complicanze come aritmie e scompenso cardiaco che mettono a repentaglio la vita del soggetto colpito.

Fortunatamente oggi abbiamo efficaci terapie per trattare la fase acuta della cardiopatia ischemica, ma la prevenzione ha un ruolo tanto fondamentale quanto spesso sottovalutato.

QUANDO IL CUORE SI STANCA

Il nostro cuore funziona come un motore instancabile che pompa 5 litri e mezzo di sangue ogni minuto in tutto il nostro corpo.

Purtroppo questa funzione meravigliosa può andare incontro ad una insufficiente capacità di potersi attuare con conseguenze molto gravi per tutti gli organi del nostro organismo, in particolare quelli che hanno bisogno di notevoli quantitativi di sangue come i reni, il cervello e i muscoli.

Considerata fino a pochi anni fa una malattia tipica dell’anziano, lo scompenso cardiaco è oggi una realtà sanitaria di grande impatto sociale, sia perché la durata della vita media si è sensibilmente alzata, sia perché è aumentata la percentuale di soggetti colpiti da cardiopatia ischemica, motivo principale della insufficienza cardiaca.

Non è, però, questa l’unica causa di scompenso, visto che l’ipertensione arteriosa, l’abuso di alcolici e le malattie delle valvole cardiache sono tra i responsabili diquesta malattia cronica del nostro cuore.

Pertanto una corretta opera di prevenzione primaria (cioè del soggetto sano) e secondaria (del soggetto già cardiopatico) riducono significativamente sia l’incidenza che la progressione di una preesistente cardiopatia verso lo scompenso cardiaco.

PREVENIRE E’ MEGLIO CHE CURARE

Conoscere i fattori di rischio cardiovascolari è fondamentale per ridurre drasticamente la possibilità di diventare un soggetto cardiopatico con tutte le implicazioni del caso.

Oggi sappiamo bene quanti e quali siano gli elementi che minano la salute del nostro cuore :

  • Diabete mellito
  • Ipertensione arteriosa
  • Dislipidemia (elevati livelli di colesterolo e/o trigliceridi)
  • Fumo
  • Familiarità per malattie cardiovascolari
  • Età e sesso

Mentre per gli ultimi tre fattori di rischio non ci sono possibilità di correzione, per tutti gli altri (i più pericolosi) esiste la possibilità di una correzione o di un controllo terapeutico soddisfacente, modificando sia lo stile di vita (smettere di fumare, dieta, attività fisica…) sia l’attitudine a sottoporsi a controlli cardiologici di routine e adaderire in modo scrupoloso ad eventuali terapie in atto.

A tale scopo è stata recentemente pubblicata dall’ Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (AMNCO) un’utilissima Carta del Rischio.

Selezionando le informazioni sulla base dei sei indici “chiave” (sesso, diabete, abitudine al fumo, età, pressione arteriosa sistolica e colesterolemia) la carta è in grado di predire a uomini e donne che non hanno mai avuto un infarto o un ictus, se rischiano di incorrervi nei prossimi 10 anni della loro vita.

L’AMICO DEL CUORE

Lo specialista CARDIOLOGO ha quindi, diversi compiti importanti. Primo fra tutti quello di intervenire nella fase acuta della malattia cardiovascolare per impedire evoluzioni sfavorevoli e permettere una rapida guarigione del paziente. In secondo luogo, ha la delicata responsabilità di seguire il paziente nei mesie negli anni successivi l’esordio della malattia, ottimizzando la terapia farmacologica e monitorizzando l’aderenza del paziente ad uno stile di vita che prevenga pericolose “ricadute” o evoluzioni sfavorevoli della malattia di base.

Infine, compito di estrema importanza, il cardiologo ha il dovere di mantenere sano un individuo con un cuore ben funzionante valutando e correggendo eventuali fattori di rischio con consigli ed eventuali terapie, costituendo così uno stretto rapporto medico–paziente fondamentale per impedire l’insorgere di patologie cardiovascolari

HTC E CUORE

Da sempre sensibile alla prevenzione e alla protezione dello stato di salute, anche in ambito cardiologico, HTC ha dimostrato un particolare interesse a promuovere la prevenzione primaria in soggetti “sani di cuore”, valutandone i rischi di ammalare, e la prevenzione secondaria in quelle persone meno fortunate che hanno già subito l’insorgenza di una cardiopatia, cercando di prevenire ulteriori recidive e di salvaguardare lo stato di benessere in terapia.

Relativamente alla cardiopatia ischemica, lo studio MONICA ha evidenziato che solamente in Brianza si verificano in media 300 casi su 100.000 persone all’anno, in una fascia di età compresa tra i 40 e i 65 anni, e che il 35% dei soggetti colpiti rischiano il decesso entro 28 giorni dall’esordio della malattia.

Sono cifre preoccupanti ma che ci danno anche importanti informazioni, soprattutto sulla finestra di età su cui porre maggiormente l’attenzione.

Le donne, in particolare, in questo intervallo di età vanno incontro alla menopausa e perdono la naturale protezione che gli ormoni femminili offrono contro l’ipertensione e le malattie cardiovascolari.

Pertanto, HTC, con la collaborazione degli specialisti cardiologi che vi operano, effettua,a chi lo richieda, un check-up cardiologico che comprende:

  • una attenta valutazione dei fattori di rischio cardiovascolare e l’impatto che possono avere sulla salute di ogni soggetto che li presenti,
  • l’esecuzione di un elettrocardiogramma e di una visita cardiologica completa
  • l’eventuale approfondimento diagnostico con esami strumentali più complessi, come l’ecocardiogramma, a difesa dei soggetti esposti a malattie cardiologiche “ex novo” o a peggioramento delle condizioni di salute se già cardiopatici.

 

Ricordiamo che presso il servizio di cardiologia di HTC, Centro Medico Diagnostico, è possibile effettuare:

  • VISITA CARDIOLOGICA
  • ELETTROCARDIOGRAMMA
  • HOLTER (elettrocardiogramma dinamico)
  • E C O C O LOR DO PP LER C AR DI A CO (ecocardiogramma)
  • CHECK-UP CARDIOLOGICO
  • CHECK-UP CARDIOVASCOLARE

 

  Categoria: News
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  17 Aprile 2013

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