Colposcopia - HTC Centro Medico Stradella Pavia

La Colposcopia è un esame di secondo livello che serve ad osservare la mucosa della vulva, della vagina e il collo dell’utero, nei casi in cui il Pap-test sia risultato positivo o in seguito ad un sospetto clinico (sanguinamento anomalo, dolore, etc).


La Colposcopia fa parte degli esami di screening?

L’esame colposcopico non deve essere considerato una semplice tecnica di screening, bensì un importante momento diagnostico per l’individuazione di lesioni precancerose e di carcinomi invasivi della cervice uterina, in fase precoce, in donne con esame citologico anomalo.


Che cos’è esattamente la Colposcopia?

Quando parliamo di Colposcopia ci riferiamo all’esplorazione, tramite un apparecchio chiamato Colposcopio, della porzione evidenziabile del tratto genitale inferiore, prima e dopo l’applicazione di particolari reagenti.

Ogni osservazione può essere effettuata a vari ingrandimenti (3 → 30x) e comprende diverse fasi.


Quali sono le fasi dell’esame colposcopico?

  1. Nella I fase avviene l’osservazione diretta delle mucose genitali e della portio, dopo detersione con soluzione fisiologica e con l’interposizione di un filtro verde o blu che consente la valutazione della vascolarizzazione delle mucose e della portio.

La giunzione squamo-colonnare deve essere completamente evidenziata.

  • Nella fase successiva si ricorre all’applicazione di una soluzione di acido acetico, per migliorare la visibilità di eventuali aree anomale. La soluzione agisce entro 10-30 secondi ma si dissolve in altri 30 secondi, per cui l’applicazione va ripetuta e l’osservazione, per essere accurata, deve proseguire per qualche minuto. L’acido acetico rimuove il muco cervicale, induce la contrazione dei vasi, rigonfia a schiarisce le papille dell’epitelio cilindrico. La soluzione non penetra nel normale epitelio pavimentoso ben differenziato, mentre diffonde in quello neoplastico, displastico e anaplastico, conferendogli una colorazione bianca.
  • Test di Schiller.Viene applicata la soluzione di Lugol (a base di iodio) considerata un ausilio fondamentale per la diagnosi endoscopica. Lo iodio contenuto nella soluzione interagisce con il glicogeno che si trova nell’epitelio squamoso differenziato, cioè quello normalmente presente nelle donne in età riproduttiva. Gli epiteli atipici e discheratosici sono quasi sempre privi di glicogeno, così che a questo test non si colorano. Il test di Schiller, in buona sostanza,  serve a definire i limiti tra epitelio sano e alterato.
  • Al riscontro di eventuali lesioni, deve seguire la mappatura delle stesse (disegno colposcopico), importante per documentare il tipo, la sede, l’estensione e i rapporti spaziali della lesione. La mappatura serve a segnalare anche dove verrà effettuata la biopsia, a decidere il tipo di trattamento e a documentare e obiettivare l’evoluzione nel tempo di una lesione.
  • Prelievo di eventuali aree sospette da esaminare istologicamente. Il prelievo è praticamente indolore e arriva a soli 3mm di profondità all’interno del tessuto.

La Colposcopia permette di fare diagnosi a colpo d’occhio?

Nessun reperto colposcopico singolo può essere considerato diagnostico per una lesione pre-maligna o maligna, ma alcuni pattern colposcopici sono associati più frequentemente alla vascolarizzazione neoplastica e ad un elevato contenuto di DNA.

Con l’esperienza, il Colposcopista è in grado di riconoscere aree indicative di neoplasia intraepiteliale o di tumore invasivo, così come di una semplice infezione virale. La conferma istologica è, comunque, sempre necessaria.


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  Commenti : Commenti disabilitati su Colposcopia: l’approfondimento necessario quando il Pap-Test è dubbio
  7 Giugno 2023

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