Condilomi: approfondimento su di un argomento di cui si fatica a parlare

I condilomi sono dovuti al virus del Papilloma o HPV (Human Papilloma Virus), di cui esistono diverse varianti. Rappresentano l’infezione genitale forse più frequente e sono importanti anche perchè chiamati in causa come responsabili di alcune forme di tumori del collo dell’utero.

Tuttavia se è vero che molte donne risultano positive alla ricerca dell’HPV, solo il 5% di queste rischia di sviluppare una lesione precancerosa.

La malattia viene trasmessa per lo più con il contatto sessuale, con un periodo d’incubazione estremamente variabile. I sintomi sono praticamente assenti, ameno che non si sovrapponga un’altra infezione.

Il virus entra nelle cellule e penetra nel nucleo dando luogo alla formazione di escrescenze di tipo verrucoso (condilomi acuminati) o lesioni piane (condilomi piatti). L’evoluzione di entrambe le forme è diversa: possono rimanere così come sono per anni o peggiorare o, molto più raramente, sparire.

La terapia sarà diversa a seconda dei casi: dalla semplice terapia farmacologica (podofillotossina, imiquimod, interferone alfa2a, etc) al trattamento chirurgico (crioterapia, laser, chirurgia) delle lesioni. In ogni caso è opportuno che la donna, infettata dal papilloma virus, si sottoponga a colposcopia.

Difatti il Pap-test non sempre riesce ad evidenziare questa patologia ed allora si rende necessario eseguire una biopsia per la ricerca di cellule eventualmente “alterate”. Se la ricerca risultasse positiva, bisognerebbe procedere alla rimozione del tessuto malato, per evitare danni peggiori nel futuro.

Il Papillomavirus è estremamente diffuso, tuttavia solo in una modesta percentuale di casi può provocare l’insorgenza di un tumore.

Questo passaggio sembra condizionato dalla predisposizione genetica di alcuni individui, oltre che dalla situazione immunitaria e quindi da quei fattori che su di essa agiscono (stress, fumo, droghe, altre infezioni virali, etc).

Come per l’Herpes, anche per il Papilloma non è detto che la terapia farmacologica porti ad una risoluzione dell’infezione.

Tuttavia, se non si riscontrano anomalie a carico delle cellule, si può ricorrere ad un controllo colposcopico annuale, non necessariamente seguito sempre da biopsia.