Ecografia dei linfonodi come indagine nello studio delle neoformazioni superficiali

Ecografia dei linfonodi: una rapida diagnosi per differenziare tra un linfonodo, una cisti, una patologia vascolare, un lipoma, una patologia delle ghiandole salivari o della tiroide, un tumore del glomo, etc

 

L’ecografia rappresenta ormai un completamento dell’esame clinico e, negli ultimi anni, si è imposta come indagine nello studio delle neoformazioni superficiali.

Questo perchè l’ecografia permette di fare una rapida diagnosi differenziale tra un linfonodo, una cisti, una patologia vascolare, un lipoma, una patologia delle ghiandole salivari o della tiroide, un tumore del glomo, etc.

La facile accessibilità dei linfonodi superficiali, l’elevata risoluzione (ormai esistono apparecchi con risoluzioni impensabili solo qualche anno fa), il minor costo rispetto a TC e RMN, rendono l’ecografia il metodo migliore per lo studio delle stazioni linfonodali superficiali, laddove sia risultata un’anomalia alla palpazione o se vanno controllati linfonodi già riconosciuti come patologici.

Rispetto all’indagine di una tumefazione superficiale, l’ecografia deve rispondere a tre quesiti:

  • E’ un linfonodo?
  • Se lo è, è normale o patologico?
  • Se si tratta di un linfonodo patologico è possibile distinguere tra linfonodo infiammatorio e neoplastico?

L’ecografia dei linfonodi normali rispetta la loro anatomia; la forma è ovale, si distingue una zona periferica formata da tessuto linfatico e una zona centrale occupata da tessuto connettivo, adiposo e strutture vascolari.

Dei linfonodi va valutata la dimensione.

Vengono definiti ingrossati (si parla di linfoadenomegalia) quei linfonodi che superano un diametro trasversale di riferimento che cambia a seconda della stazione linfonodale indagata. Importante è anche la loro morfologia.

I linfonodi normali o reattivi, di solito hanno forma ovalare, mentre quelli neoplastici sono spesso tondeggianti.

La forma tondeggiante può comunque essere presente nei linfonodi normali parotidei e sottomandibolari ed è frequente nelle linfoadenopatie infiammatorie della prima infanzia.

Altri parametri che vanno valutati e interpretati sono: i margini, l’omogeneità della struttura interna, la corticale e l’ilo.

La metodica ecocolordoppler, poi, permette di valutare ancor più approfonditamente la struttura dei linfonodi indagati.

Se nel referto ecografico i linfonodi sono descritti come patologici infiammatori è necessaria la sorveglianza clinica per stabilire quando ripetere l’esame. In caso di dubbio sia clinico che ecografico si può poi eventualmente ricorrere all’agoaspirato (sempre sotto guida ecografica)

Va sempre ricordato che la struttura ecografica dei linfonodi ha una variabilità nel tempo, rispetto all’età e alla sede e può creare condizioni di imaging dubbia per la sovrapposizione di caratterisitiche normali e patologiche.

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  29 Marzo 2016

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