Frutta pericolosa, il caso etossichina

L’etossichina è un conservante della frutta (utilizzato soprattutto per le pere) il cui utilizzo è già stato vietato dalla Commissione europea nel 2011, decisione rispettata fino ad oggi dalle autorità italiane.

 

L’etossichina è una sostanza anti-riscaldo, e cioè rallenta la produzione di calore tipica della frutta fresca, allungandone i tempi di conservazione.

La Commissione Salute Europea ne ha sospeso l’uso per la sua potenziale genotossicità (potrebbe provocare danni al genoma del feto). Il problema è che la sostanza in questione continua ad essere utilizzata in altri Paesi extraeuropei e perciò consumata anche dai cittadini italiani che acquistano prodotti provenienti da quei luoghi.

La cosa più sorprendente però è che anche due Paesi membro della Comunità Europea, come la Spagna e il Portogallo, continuino a consentirne l’uso.

L’Italia è uno dei principali produttori di pere e fino ad alcuni anni fa utilizzava il prodotto incriminato per evitare il riscaldamento superficiale delle varietà più delicate, come la Williams e l’Abate. Oggi viene consentito l’uso di prodotti non nocivi, ma che bloccano decisamente la maturazione e il viraggio di colore.

Ne consegue l’immissione sul mercato di frutta “più appetibile” proveniente da Paesi dove l’ etossichina è legale, con grave danno per l’economia e la salute degli Italiani. In conclusione la parola d’ordine deve essere : quando si acquista frutta, verificarne sempre la provenienza, perchè l’Italia è uno dei Paesi che segue maggiormente le regole sulla coltivazione nel rispetto della salute del consumatore.

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  2 Novembre 2015

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