Muoviti, che ti passa!

Circa i due terzi dei pazienti affetti da un tumore intestinale, non viene incentivata a praticare attività fisica una volta effettuata la diagnosi, nonostante si conoscano i benefici che il movimento apporta alla salute in generale e a questo tipo di patologia in particolare. I risultati emersi da uno studio condotto dal Cancer Research UK Center di Londra (NHS) parlano chiaro, in questo senso.

Quanto sono fisicamente attivi i pazienti dopo una diagnosi di tumore?

Poco o niente, con tutte le complicanze che la sedentarietà può comportare, anche in caso di malattia oncologica.

Lo studio londinese ha indagato circa 15000 (il numero più ampio per uno studio su questo argomento) pazienti affetti da tumore dell’intestino, intervistati in merito all’attività fisica svolta dopo la diagnosi. Il 69% degli intervistati ha ammesso di non essere stato nemmeno stimolato dal medico di riferimento o dal personale sanitario a dedicare, almeno una parte del proprio tempo libero, all’attività fisica, nonostante sia risaputo che questa risulta terapeutica per la malattia, ne migliora la qualità di vita e la sopravvivenza. Il restante 31% degli intervistati, ha ricevuto indicazioni a praticare del moto anche in corso di trattamento, sebbene le donne, i pazienti più anziani e quelli residenti in aree territoriali più depresse, fossero maggiormente restii ad ammettere di non avere seguito le raccomandazioni con costanza.

Solo il 22% aveva eseguito fedelmente la quantità di attività fisica raccomandata, pari a circa due ore e mezzo alla settimana.

Il Dr.Abi Fisher, principale autore dello studio, sostiene che è necessario migliorare l’informazione sui benefici dell’attività fisica in caso di tumore e aumentare il numero di operatori sanitari che la promuovono, affinchè il moto possa diventare parte integrante non solo della prevenzione, ma anche della cura nel tumore dell’intestino.

Lo studio testimonia come l’attività fisica riduca stanchezza, depressione e ansia; essa abbassa inoltre il rischio di recidive e favorisce un migliore più rapido recupero dopo le terapie oncologiche.

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  27 Ottobre 2015

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