Vuoti di memoria: quando c'è da preoccuparsi?

Non ricordarsi dove si sono messe le chiavi di casa o dimenticarsi perché si era andati in una stanza, sono esperienze che capitano a tutti e fanno parte della normale attività del cervello che si trova a dover immagazzinare sempre nuove informazioni, dando priorità e recuperando qualsiasi tipo d’informazione, importante o meno. Questi fenomeni diventano preoccupanti e anomali quando impediscono lo svolgimento delle normali attività, come guidare, orientarsi nel tempo e nello spazio o provvedere alla propria igienepersonale.

 

La Food and Drug Administration, agenzia americana che regola l’uso dei farmaci, ha voluto fare il punto su quali sarebbero i segnali preoccupanti, che indicano una perdita effettiva di memoria.

L’FDA spiega sul suo sito che dimenticarsi ogni giorno dove si è parcheggiata l’auto o gli appuntamenti non è normale, e neanche non ricordare una persona se si è passato parecchio tempo assieme. Molti faticano a ricordare i particolari di una conversazione, ma dimenticare la conversazione in toto può costituire un segnale di allarme, così come il ripetersi o continuare a formulare le stesse domande nell’ambito di un discorso.

Altri segnali che dovrebbero preoccupare sono il perdersi in un luogo familiare o mettere qualcosa in un posto inappropriato (ad esempio, le chiavi nel frigorifero) e, soprattutto se questi fenomeni tendono a moltiplicarsi e peggiorare. In quest’ultimo caso, è bene rivolgersi al medico che valuterà la storia clinica personale e consiglierà di eseguire i test cognitivi, la visita neurologica, gli esami del sangue e delle urine e, eventualmente, una TAC o un RMN.

A causare la perdita di memoria non sono solo la malattia di Alzheimer o altre forme di demenza. Alla base ci possono essere una disfunzione tiroidea, alcune forme depressive, l’assunzione di certi farmaci, carenze vitaminiche (soprattutto vit.B12 e vit.D)

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  31 Agosto 2016

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