I disordini mestruali non sono solo una scocciatura!

Gli AUB (sanguinamenti uterini anomali), in effetti, sono un grosso problema di salute pubblica. Tra le donne di età compresa fra i 30 e i 49 anni, 1 su 20, ogni anno consulta il proprio medico per sanguinamento. Il 20% delle donne sottoposte ad isterectomia, lo è a causa del ripetersi di flussi troppo abbondanti. Il 40% di queste donne ha però un utero normale all’esame istologico. I sanguinamenti uterini anomali sono molto frequenti all’inizio e alla fine della vita mestruale, quando i cicli anovulatori sono più frequenti.

Ma quando posso definire un sanguinamento anomalo?

Per fare questo, vediamo quali sono i parametri che definiscono la normalità di un flusso mestruale:

• Frequenza 24-38 giorni
• Regolarità < 20 giorni di variazione in 12 mesi
• Durata 4,5-8 giorni
• Volume 5-80 ml

In base a questi parametri, possiamo definire i sanguinamenti uterini anomali: Disturbi della Regolarità; Disturbi di Frequenza; Disturbi di Flusso; Disturbi della Durata del Flusso.

Gli AUB assumono diverso significato nelle diverse fasi di vita della donna.

Nelle bambine, il sanguinamento uterino è quasi sempre causato da una pubertà precoce.

Nelle adolescenti, all’origine possiamo trovare i cicli anovulatori, disturbi della follicologenesi, coagulopatie, sex-TD, gravidanza. Nella terza-quarta decade, ad esempio, possono essere attribuiti a : disordini dell’ovulazione, lesioni organiche (soprattutto polipi endometriali o del canale cervicale), IUD, patologie del post-partum, gravidanza o iperplasia. Completamente diverso è il discorso, se il sanguinamento compare dopo la menopausa.

Difatti, la comparsa di un sanguinamento uterino anomalo in menopausa deve essere considerato un sintomo di neoplasia fino a che non venga dimostrato il contrario. Altre cause di AUB a questa età, possono essere: HRT disfunzionale, lesioni organiche, iperplasia, atipia e atrofia endometriale.

Rimane comunque inalterato il concetto per cui, una donna che voglia fare prevenzione, deve sottoporsi a regolari visite ginecologiche (con tanto di Pap-test ed Ecografia con Ecocolordoppler), almeno una volta all’anno, anche in assenza di sintomi.