Ossigeno-ozono terpia - HTC Centro Medico Stradella Pavia

Dai radicali liberi all’infiammazione cronica, alla malattia: perché l’ossigeno-ozono terapia può rappresentare una soluzione vincente per
bloccare un percorso apparentemente inevitabile.

Autore: Dr.ssa Piera Adele Milani, medico chirurgo, specialista in anestesia, rianimazione e terapia del dolore, direttore sanitario di HTC.


Per capire qual’é l’utilità della terapia con miscela di Ossigeno-Ozono, è necessario partire da lontano, soprattutto se si vuole comprendere la ragione della sua somministrazione per via sistemica.

La somministrazione sistemica, prevede il prelievo di pochi ml di sangue che vengono miscelati con qualche cc di ossigeno-ozono per venire immediatamente re-iniettati in circolo.

Anche l’insufflazione rettale viene considerata una via sistemica di somministrazione.

In questo caso, la miscela di Ossigeno-Ozono sfrutta l’elevata capacità di assorbimento della mucosa rettale che permette alla miscela di raggiungere rapidamente il circolo venoso (quasi come con l’iniezione endovenosa).

La via rettale è particolarmente indicata nel trattamento delle disfunzioni intestinali.

Per forme di vaginite o cistite ricorrente, viene utilizzata anche la somministrazione endovaginale e vescicale.


Quando la terapia con ossigeno-ozono è efficace?

Ora vediamo insieme in quali condizioni la terapia con ossigeno-ozono è indicata e perché si dimostra tanto efficace.

Il nostro organismo funziona più o meno come una macchina che necessita di un rifornimento continuo di energia.

Introducendo cibo, acqua e ossigeno, siamo in grado di produrre tutta l’energia di cui abbiamo bisogno.

Questi meccanismi, però, generano anche prodotti di scarto. Si tratta dei radicali liberi, particelle che si formano in continuazione nel nostro corpo come prodotti di scarto dei processi di ossidazione. Per questo motivo vengono chiamati anche “specie reattive dell’ossigeno” (ROS) e, quando vengono prodotti in eccesso, diventano la causa del cosiddetto Stress Ossidativo.

Quantità ridotte di radicali liberi sono tollerate e, anzi, hanno funzioni importanti nei processi di difesa messi in atto dal sistema immunitario.

Da ciò si evince che l’organismo è in grado di gestire efficacemente la maggior parte delle scorie che produce, rendendole innocue per mezzo degli enzimi antiossidanti o, addirittura, impiegandole per scopi positivi.

Tutto ciò, perché siamo stati programmati per mantenere l’omeostasi, cioè per fare in modo che i nostri parametri biologici rimangano costantemente entro valori ottimali.

Succede però che un individuo, a causa di stili di vita sbagliati o per motivi indipendenti dalla propria volontà (invecchiamento, infezioni virali o batteriche), introduca sostanze che mettono a dura prova il delicato lavoro delle cellule, fino a compromettere i meccanismi di controllo dell’omeostasi.

Uno dei meccanismi che il nostro sistema biologico utilizza per far fronte all’invecchiamento e alla presenza di tossine (prodotte a partire dal cibo, dai farmaci; introdotte con gli inquinanti, etc) è la creazione di un processo infiammatorio che, se circoscritto e controllato, costituisce una sorta di difesa in grado di autolimitarsi.

Quando gli stimoli diventano eccessivi, però, viene a determinarsi uno stato di infiammazione cronica che, nel corso dell’invecchiamento è para-fisiologico, ma, al giorno d’oggi si manifesta sempre più precocemente, a causa degli stili di vita errati che, ripetuti nel tempo, impediscono ai meccanismi di difesa di porre un rimedio.

Tutto ciò conduce ad un’eccessiva produzione di ROS, con conseguente stress ossidativo elevato e insorgenza di uno stato infiammatorio cronico.

In una prima fase, l’organismo riesce a mantenersi in uno stato di emergenza, sperando che le cose cambino e che lo stress a cui si trova sottoposto, finalmente si riduca.

La situazione di compenso è efficace per un tempo abbastanza lungo, durante il quale compaiono degli indicatori che ci segnalano uno stato di stress ossidativo elevato e di infiammazione cronica.

Durante questo periodo non riscontreremo una patologia conclamata, ma potremo scorgere dei messaggi, sotto forma di segnali, che richiedono il nostro intervento: ispessimento delle pareti dei vasi; fegato grasso; insulino-resistenza; bronchiti recidivanti; disturbi intestinali; alterazioni degli indici infiammatori.

In seguito, se non si interviene, si arriva all’insorgenza di una vera e propria malattia d’organo (o di più organi), a causa dello stress da superlavoro .

Compaiono così: placche aterosclerotiche a livello dei vasi, anche cardiaci; epatopatie; diabete; broncopneumopatie croniche; malattie infiammatorie croniche intestinali; malattie degenerative del sistema nervoso; patologie muscolo-articolari; tumori.

Nel periodo intermedio, per sostenere il lavoro dell’organismo e aiutarlo a superare l’emergenza (evitando la malattia conclamata), si possono attuare diverse tipologie di interventi: curare l’alimentazione in termini di qualità, quantità e modalità di assunzione; introdurre i ntegratori e farmaci specifici; praticare un’adeguata attività fisica.

Durante gli episodi d’infiammazione acuta, risultano molto utili i farmaci antinfiammatori.

Nelle forme croniche, invece, gli antinfiammatori possono mettere in crisi i naturali meccanismi correttivi, insiti nelle cellule. Meglio utilizzare prodotti come gli omotossicologici che, con la somministrazione di low-doses, cercano di ripristinare l’equilibrio di questi delicati meccanismi.


Ossigeno-ozono terapia per ridurre lo stress ossidativo

Per diminuire lo stress ossidativo e contrastare i danni da radicali liberi, sembra avere una particolare efficacia la ossigeno-ozono terapia sistemica, ampiamente diffusa in tutto il Nord Europa e, particolarmente, in Germania.

Si tratta di una tecnica mediante la quale, il sangue del paziente, dopo essere stato messo a contatto con una miscela di di ossigeno e ozono, diventa capace di incrementare la produzione di sostanze antiossidanti da parte dell’organismo.

L’ossigeno- ozono terapia migliora la capacità dell’organismo di combattere i radicali liberi e rispondere agli stress ossidativi. Come conseguenza, si riduce lo stato di infiammazione cronica.

L’ozono, messo a contatto con il sangue, blocca la sintesi di ROS e stimola la produzione di enzimi antiossidanti.

Proprio in virtù di questi motivi, l’ossigeno-ozono terapia è indicata anche per i pazienti affetti da lombo-sciatalgia, lombo-cruralgia e cervico-brachialgia, causate da ernie del disco o protrusioni discali.

In questi casi la terapia con ozono consiste in iniezioni locali, a livello dei tessuti interessati dal processo infiammatorio.

In alcuni casi viene anche praticata l’iniezione intra-articolare, per curare forme infiammatorie locali del ginocchio o della spalla.

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  24 Marzo 2021

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