Fiorina era una ragazza del Paese. La madre le insegnò a cucire, a ricamare, a riassettare la casa, a fare il bucato….. La fece diventare un’ottima massaia.

Quando l’età lo permise, Fiorina si trasferì a Milano, a servizio presso un’altolocata famiglia, il cui padre era un famosissimo medico, che lavorava in uno degli Ospedali più importanti della città.

Era medico proprio per vocazione.

Fiorina spesso riceveva malati, che arrivavano nello studio privato del professore e le persone non abbienti, il medico le curava gratuitamente.

Il professor Pensi era famoso in tutta la città, sia per le sue competenze, sia per la sua generosità.

La famiglia si affezionò subito a Fiorina, perchè era ragazza educata, discreta e svolgeva con abilità tutte le faccende della grande casa.

Un giorno il professore, che aveva l’occhio attento ed allenato, vide il pallore sul visino di Fiorina, capì che era stanca e decise di rimandarla nella sua famiglia per una quindicina di giorni, in modo che si riprendesse.

Grazie Professore, ho gran desiderio di rivedere i miei cari!

Cara Fiorina, porterai anche Bobo, così verrà a spasso con te e respirerai l’aria pura del tuo Paesello.

Bobo era il cane bassotto della famiglia Pensi.

Fiorina arrivò a Montù con il cagnolino.

Pepu, il papà della ragazza, non aveva mai visto un cane come quello: qui in Paese gironzolavano solo cani meticci e non certo al guinzaglio.

Spesso era lui che portava a passeggio Bobo e con gran vanto ripeteva spesso:” Da chi can chi ag n’è tri in tut Italia : vun ag l’ha al re, vun al duca d’Agust e l’atar al prifisur ad la me Fiureu.

( “Di questi cani ce ne sono tre in tutta l’Italia: uno è del re, uno del duca d’Aosta e l’altro è del professore della mia Fiorella .” )

Perchè la chiamasse Fiureu proprio non lo capisco essendo Fiorina un nome tanto gentile, ma per lui quel Fiureu era un vezzeggiativo!

Quando Fiorella tornò a Milano con Bobo ” al prifisur ” notò subito che sia la ragazza che il cagnolino erano in buon stato di salute.

Volle venire a Montù , a trovare la famiglia di Fiorella e dato che la giovane gli aveva parlato dell’orgoglio del padre nel portare Bobo a passeggio, il professor Pensi decise di regalare a Pepu un cucciolo di cane bassotto.

A questo punto  fiero ed orgoglioso l’uomo ripeteva:” Da chi can chi ag n’è quatar in tut Italia: vun lè al me, vun a gl’ha al re, vun al duca d’Agust e l’atar al prifisur ad la me fiureu.

( “Di questi cani ce ne sono quattro in tutta Italia: uno è mio, uno del re, uno del duca d’Aosta e l’altro del professore della mia Fiorella! “)

Che soddisfazione, che vanto ” al prifisur ” riuscì a donare a Pepu!

 

Donatella Bellarosa


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  Categoria: Storie di Sanità
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  31 Gennaio 2019

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