visita ginecologica con ecografia

I tumori del corpo dell’utero stanno aumentando di frequenza, in parte a causa dell’invecchiamento progressivo della popolazione e in parte per gli errati stili di vita, tanto diffusi.

Il tumore dell’endometrio è la forma oncologica che colpisce più frequentemente l’utero ed è il tumore ginecologico più diffuso nei Paesi industrializzati.


Ma il tumore dell’utero più frequente non è quello del collo (cervice)?

In passato era così, ma ora, grazie ad un’attenta campagna di prevenzione (basata sul Pap-test e sulla vaccinazione contro l’HPV), questo tumore è diventato meno frequente e viene comunque diagnosticato sempre più precocemente, con una prognosi decisamente buona.


Qual è (a sommi capi) la struttura anatomica dell’Utero?

L’utero è l’organo femminile che accoglie il feto durante la gravidanza. Ha la forma di una pera rovesciata. La parte inferiore, più stretta e in comunicazione con la vagina, si chiama collo o cervice. La parte superiore, più ampia, è il corpo uterino.

Il corpo dell’utero è rivestito al suo interno da un tessuto ricco di ghiandole, l’endometrio. Il tessuto più esterno è invece di tipo muscolare e si chiama miometrio.

Il ciclo mestruale influisce sulla struttura dell’endometrio che, ogni mese, s’ispessisce per accogliere un eventuale embrione e poi, se la fecondazione non ha luogo, si sfalda (nella sua parte più superficiale) e viene espulso con la mestruazione.


Quali sono i tumori del corpo dell’utero che riscontriamo più frequentemente?

La maggior parte sono adenocarcinomi, tumori che originano dalle ghiandole dell’endometrio (adenocarcinomi).

Più raramente i tumori possono nascere dal connettivo o dal tessuto muscolare (sarcomi).


Quali sono i fattori di rischio di cui tener conto?

Il primo e più importante fattore di rischio è l’età. Il tumore dell’endometrio colpisce soprattutto donne tra i 50 e i 70 anni, dopo la menopausa, in Paesi ricchi.


Condizioni ambientali e stili di vita

Quest’ultimo dato ci fa comprendere come le condizioni ambientali e gli stili di vita siano da considerare fattori di rischio importanti.

Vanno tenuti d’occhio:

  • il regime alimentare (ricco di grassi saturi e proteine animali, povero in fibre)
  • la sedentarietà

Fattori predisponenti

Sono da considerare fattori predisponenti anche:

  • il sovrappeso
  • l’obesità (aumenta la frequenza di questo tumore di 2-3 volte)
  • il diabete (aumenta la frequenza di questo tumore di 4 volte)

Attività ormonale prolungata

L’attività ormonale prolungata può accrescere il rischio di sviluppare un carcinoma endometriale, quindi:

  • menarca precoce
  • menopausa tardiva
  • mancata gravidanza
  • policistosi ovarica

Fattori ereditari

Esistono poi fattori ereditari familiari e predisponenti, come la sindrome di Lynch che richiedono particolare attenzione.

Anche le donne con tumore al seno e in terapia con tamoxifene vanno controllate con maggiore assiduità rispetto alla normale popolazione.


Esistono fattori protettivi?

Alimentazione equilibrata, attività fisica moderata, mantenimento del peso corporeo, sono un’ottima risorsa in senso preventivo, come, d’altra parte, per tutte le forme oncologiche

Le terapie estro-progestiniche in menopausa sembrano esercitare un ruolo protettivo, così come l’utilizzo della pillola estro-progestinica in pre-menopausa.


È possibile fare prevenzione?

La cosa più semplice e immediata è costituita dalla correzione degli stili di vita a rischio.

Ove fosse necessario, è bene correggere anche eventuali squilibri ormonali.

Controlli ginecologici periodici comprensivi di ecografia transvaginale (interna) con colordoppler, sono indispensabili per la diagnosi precoce. Ricordiamo che, quanto più una diagnosi è tempestiva, tanto migliore sarà la prognosi della neoplasia.

Chi ha fattori di rischio importanti, come la s. di Lynch o è in trattamento per carcinoma della mammella dovrà sottoporsi a controlli più ravvicinati


Quali sintomi devono essere presi in considerazione?

Ogni donna, in menopausa, con perdite ematiche vaginali o, in età fertile, con perdite ematiche tra una mestruazione e l’altra, deve rivolgersi al proprio ginecologo e sottoporsi a visita con ecografia transvaginale (interna).

Il ginecologo, in caso di sospetto, prescriverà la biopsia (per effettuare l’esame istologico) tramite isteroscopia.


Perché la visita ginecologica con ecografia è fondamentale, anche dopo la menopausa?

Una nota che non vuole essere polemica, ma fungere da stimolo. Troppo spesso le donne, dopo la menopausa, evitano i controlli ginecologici. Si tratta indubbiamente di una visita fastidiosa, ma può salvarci la vita.

La prevenzione, molto spesso, è solo secondaria. Non conoscendo le cause dirette di ogni tumore,  possiamo solo seguire stili di vita sani (no alcol, no fumo, dieta sana, peso controllato, attività fisica) e sottoporci a controlli medici regolari, per diagnosticare precocemente le patologie e curarle più efficacemente.

Ricordiamoci di farlo!

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  16 Dicembre 2020

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